Stagione 2019 — 2020

Torre Elettra

drammatura
e regia

Giancarlo Nicoletti

Date

Nessun evento in programmazione

Valentina Perrella
Liliana Massari
Cristina Todaro
Luciano Guerra
Alessandro Giova
Matteo Montalto 

Finalista “Premio Hystrio – Scritture di Scena 2017”

In collaborazione con — Planet Arts Collettivo Teatrale
Foto — Luana Belli
Grafica — Ruggero Pane
Video — David Melani
Scene — Giulio Villaggio e Alessandra De Angelis
Aiuto Regia — Sofia Grottoli e Paola Musollino
Ufficio Stampa — Rocchina Ceglia
Distribuzione & Promozione — Altra Scena Art Management

Lo spettacolo

Il nuovo lavoro drammaturgico – registico di Giancarlo Nicoletti e della compagnia Planet Arts Collettivo Teatrale trova nel paradigma classico una nuova cartina tornasole per raccontare le contraddizioni della contemporaneità, la spirale dei legami familiari, lo smarrimento di senso dell’uomo moderno e il rapporto dialettico fra il singolo e lo Stato. Una riscrittura originale del mito che guarda alle recenti involuzioni del concetto di democrazia occidentale e all’archetipo dei vincoli di sangue e del concetto di famiglia, per riannodare un filo che arriva fino ai tragici greci, non prima di essere contaminato dalle riflessioni di Pasolini, Von Hoffmanstal, Sartre, O’Neill, Icke, Marguerite Yourcenar. 
Torre Elettra è l’ultimo lavoro di Planet Arts Collettivo Teatrale, pluripremiata compagnia under 35, fra le rivelazioni della scena romana e nazionale delle recenti stagioni. Protagonisti di questa nuova produzione sono Valentina Perrella, Liliana Massari, Cristina Todaro, Luciano Guerra, Alessandro Giova e Matteo Montalto.

Alla periferia di una Roma futuribile c’è Torre Elettra, dove la legge non arriva, la giustizia non è più istituzione, il sangue chiama sangue. A Torre Elettra c’è una famiglia segnata da violenze, tradimenti, omicidi, si discute di una vendetta da compiere, sullo sfondo dei postumi di una guerra civile fra il potere statale e i cittadini delle periferie in rivolta. Un’Orestea contemporanea dei sobborghi, dove i vincoli familiari e di sangue fanno i conti con la deriva dei concetti occidentali di giustizia e Stato postmoderni.

Da non perdere. Da non lasciarsi sfuggire per cogliere quell’analisi della realtà che Nicoletti non manca mai di lasciarci, a volte lungimirante, qui amaramente prospettica, sarcasticamente illuminante quelle tensioni sottese o fin troppo espresse, quei nervi scoperti che rendono la nostra società così inquieta e rabbiosa ma anche così terribilmente sola e infinitamente  “morta” nella tensione idealistica frustrata, non convincentemente sostenuta da una lotta valoriale sincera e convinta, disillusa com’è dai valori civici e dalla lotta di classe, dalla malversazione che sfocia in malcontento, spesso violento, che si riflette anche nei gesti delle persone comuni, un malessere che si insinua nelle famiglie, riempiendole di rancore inespresso. Un’opera che ci pone domande sul presente e sul possibile futuro che stiamo costruendo, sulla possibile disfatta morale cui potremmo andare incontro, sul senso della famiglia come ancora di salvezza dall’eterno disfacimento dei ricordi di una democrazia giusta.”

Gufetto Magazine

Giancarlo Nicoletti trascrive l’Agamennone e Le Coefore eschilei in stile futuristico dove il movente che agitava Oreste, la necessità di istituire un nuovo tribunale della giustizia non è più lo stesso, in Torre Elettra si ricorre, ci si rifugia in una risoluzione analitica, laddove il padre e il marito sono visti in chiave freudiana e quindi l’abbattimento della figura paterna è necessaria per la costruzione di un Super-Io universale.

— Female World

 

Il cast è tutto di alto livello e rende semplice portare in scena spettacoli che semplici non sono, per ritmi, incastri, scrittura e intenzioni emotive. Tutti veri, intensi, commoventi, taglienti, il culmine interpretativo viene raggiunto nell’intensa scena finale a tre, tra la madre ed i suoi figli, sottolineata dall’efficace effetto luce: Liliana Massari, Valentina Perrella e Luciano Guerra toccano l’anima in profondità sapientemente guidati dalla regia di Nicoletti, che diventa quasi coreografia.

Central Palc

Seguendo l’impianto narrativo dell’Orestea di Eschilo, Nicoletti disegna una storia in effetti tragica e solenne, dimostrando che il teatro antico, più volte definito attuale, in realtà non è altro che infinito, costante, realistico attraverso i secoli. Così come realistica e potente è questa sua opera: raffinata nella regia, precisa nei dialoghi, evocativa nel disegno luci. Gli attori sono chiaramente di livello eccezionale, in particolar modo le tre meravigliose interpreti donne, dotate di una carica espressiva perfettamente dosata anche nei momenti più drammatici.


Brainstorming Culturale

 

Si confermano bravissimi gli interpreti in scena che maturano le loro performance di prova in prova. Difficili i loro ruoli che si incastrano fra di loro come le scatole che compongono la scenografia: in un ordine apparentemente incomprensibile eppure incredibilmente solido. Una torre di emozioni che si legano fra loro svelandone l’incredibile senso solo al termine; quasi due ore di recitazione incalzante ed emozionante che lascia spazio a qualche sorriso e rende viva l’attenzione dello spettatore accompagnandolo fino all’epilogo, capolavoro di diagonali idealmente tracciate fra le vite e le parole dei protagonisti. 

06 Live

Il regista, usando una scenografia costituita da semplici scatoloni di cartone dello stesso colore, impegna ogni centimetro dello spazio scenico, gioca con le simmetrie ed utilizza sapientemente i colori dei riflettori per enfatizzare messaggi e veicolare emozioni. Sfumando luci ed ombre crea dissolvenze e sottolinea i cambi scena creando quadri davvero suggestivi, come lo è il poetico finale. Il cast è, senza eccezione, di alto livello. (…) Lo spettacolo stupisce e pone intelligenti interrogativi tra cui quale sia il reale scopo di una vita, fino a che punto sia giusto abbandonarsi ai <<sentimenti umani>> per vendicarsi brutalmente di chi ci ha ferito e se per amore sia giusto voler seguire il proprio compagno anche nella malattia. Da vedere.”


— AkaSteveBlue

Il paradigma classico rappresentato dalla trilogia eschilea e dalla figura di Elettra, nella duplice versione di Sofocle ed Euripide, non solo subisce le contaminazioni della drammaturgia moderna ma viene opportunamente calata nelle contraddizioni della contemporaneità, così da produrre una perfomance teatrale attenta alle recenti involuzioni del concetto di democrazia occidentale, di giustizia e di vendetta personali. L’immediatezza e la grandezza tipiche del teatro greco in Torre Elettra vengono ripensate in termini di attualità e scritturate liberamente secondo una linea – stilistica, contenutistica e drammaturgica – nuova e dalla carica emotiva intensa.


— Modulazioni Temporali